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Lug

Le pareti respirano? Alcuni miti da sfatare

Partiamo subito da un dato oggettivo scientificamente comprovato: le pareti non respirano ma traspirano. Concetti totalmente diversi, troppo spesso causa di equivoci e teorie strampalate. Credere che il flusso di vapore acqueo passi da una parte all’altra della parete è un errore, e non è nemmeno ciò che ci si augurerebbe per i motivi che spiegheremo più avanti.

Per traspirabilità, in edilizia e nella scienza dei materiali, si intende la capacità di un materiale di essere attraversato dalle molecole di umidità presenti nell’aria, ed è in genere correlata alla porosità del materiale. (Attenzione! Permeabilità al vapore acqueo non significa permeabilità all’acqua. Gran parte dei materiali traspiranti è permeabile al vapore acqueo, le cui molecole hanno dimensioni molto piccole, ma impermeabile all’acqua che, invece, ha molecole più grandi).

Ciò premesso, fissiamo alcuni punti:

  • la permeabilità al vapore di un materiale è designata con il valore [µ], ovvero la resistenza che il materiale oppone al passaggio di vapore. Dunque più basso è il valore [µ], minore sarà la resistenza alla diffusione del vapore acqueo, e quindi maggiore è la traspirabilità;
  • per convenzione si assume che l’aria in stato stazionario abbia valore µ=1;
  • per valutare la permeabilità al vapore complessiva di un elemento all’interno della stratigrafia non è sufficiente conoscere il valore µ, ma anche il suo spessore (espresso in metri). Quest’ultimo, moltiplicato per il valore µ, ci darà lo spessore di aria equivalente di quello specifico elemento all’interno della stratigrafia, ovvero il valore Sd;
  • in base al valore Sd avremo uno strato traspirante = Sd < 0,3m., freno al vapore = 2 < Sd < 20m., barriera al vapore = Sd > 100m;
  • per una buona progettazione stratigrafica della parete è importante che, dall’interno verso l’esterno, il valore Sd vada a decrescere in modo che: 1) il vapore acqueo prodotto all’interno dell’abitazione non si diffonda nei vari strati della parete per diffusione, con ovvie conseguenze negative, 2) il vapore presente all’interno della parete (la cui creazione può avere molteplici cause che non trattiamo in questa sede) possa sfociare all’esterno. Per favorire questo processo è quindi opportuno utilizzare materiali e finiture traspiranti nella parte esterna della stratigrafia;
  • è stato calcolato che solo l’1-2% dell’umidità che si forma all’interno dell’abitazione viene smaltita per diffusione dalle pareti (una famiglia mediamente produce 10-12 litri di umidità al giorno). Il restante 98-99% quindi viene quindi smaltito attraverso la ventilazione, naturale o meccanica che sia.

Ne deriva, dunque, che le pareti non hanno alcuna influenza nello smaltimento/riciclo dell’umidità in eccesso. Possono, tuttavia, trattenere una parte di umidità ininfluente (1-2%) e rilasciarlo successivamente.

È importante, allora, utilizzare finiture interne (intonaco, tinteggiatura, ecc.) traspiranti? Certamente! La loro traspirabilità consente un’adattabilità alle variazioni termo-igrometriche che, per leggi fisico-chimiche, rallenta l’eventuale formazione di condensa e muffa. (Ma, ancora una volta, di certo non contribuisce al riciclo dell’umidità in eccesso).

È facilmente intuibile che, mentre negli anni passati gli spifferi degli infissi favorivano (nostro malgrado) il riciclo dell’aria, oggigiorno con gli involucri ermeticamente “sigillati” il riciclo dell’aria deve essere apportato dall’apertura metodica delle finestre o da un sistema VMC.

E le finiture sull’esterno? È altrettanto importante che siano traspiranti per favorire lo smaltimento di vapore acqueo presente all’interno delle pareti (che viene a formarsi per diversi motivi che non spiegheremo in questa sede) ed è pacifico, quindi, che l’utilizzo di rasanti/tinteggiature traspiranti in caso di “cappotto esterno” sia di fondamentale importanza.

E se interveniamo con isolamento dall’interno? Le tecniche costruttive odierne prevedono l’applicazione di una barriera a vapore sul lato caldo (in inverno) dell’isolamento, ovvero sul lato rivolto verso l’interno dell’abitazione, proprio per evitare che il vapore acqueo possa insinuarsi negli strati isolanti o all’interno della parete con conseguente formazione di condensa, riduzione delle performance termiche, ecc. In tali circostanze, ad esempio, diventa molto vantaggiosa l’applicazione di isolanti multistrato riflettenti che, oltre a connubiare basso spessore ed elevate prestazioni, assolvono anche la funzione di barriera al vapore.

È da precisare, nondimeno, che la procedura d’impiego della barriera al vapore è una questione molto dibattuta tra gli esperti poiché in talune circostanze, ad esempio in estate, vi è un’inversione dei flussi igrometrici. In tal caso occorre una progettazione accurata per verificare che non venga compromessa la traspirabilità della parete.

Il calcolo predittivo, cosiddetto metodo di Glaser, in accordo con la norma UNI EN ISO 13788 (che ha pure i suoi limiti), ha come scopo la determinazione della temperatura superficiale interna minima dei componenti edilizi, al fine di evitare il rischio di condensa superficiale e interstiziale, tenendo conto di temperatura e umidità relativa interna. Tale metodo, tuttavia, è piuttosto semplificato, prevede condizioni costanti nel tempo, e non tiene conto di aspetti quali: presenza di umidità già in fase costruttiva nei vari strati, variazione della conduttività termica in relazione alla temperatura ed alla percentuale di umidità, risalita capillare, igroscopicità dei materiali, ecc. È infatti preferibile la più recente normativa UNI EN 15026 che tiene conto di diversi fattori per un’analisi in regime variabile, con risultati comprovati più realistici rispetto al metodo di Glaser.

* L’articolo è indubbiamente non esaustivo, lo scopo voleva semplicemente essere quello di chiarire alcuni aspetti fondamentali spesso fraintesi sul concetto di traspirabilità delle pareti. Si resta a disposizione per suggerimenti e miglioramenti da apportare.

Articolo tratto da https://www.linkedin.com/pulse/le-pareti-respirano-alcuni-miti-da-sfatare-francesco-piscitelli/